Muoviti che ti passa 1

Quando la malattia è un alibi per mostrare qualcosa d'altro

Muoviti che ti passa 1

Il dottor Alter è un medico che cura con metodi strani, non ha segretarie, il suo studio è minimale, solo una musica di sottofondo che pare una nenia. Basta telefonare o andare sul suo sito web e prenotare gli spazi liberi, automaticamente. Non ha parcelle per le sue visite, ognuno lascia un’offerta.

“ Buon giorno dottor Alter.”

Entrano due signori maturi, Salvatore e Vincenzina stavano discutendo sul come spiegare il problema. La donna  inizia subito a parlare in modo forsennato in un italiano dialettale.

Salvatore cercava di inserirsi ma lei non smetteva, ad un certo punto lui esclama:

Muta! Ti dissi muta… “ con l’accento ancor più dialettale. Lei si interrompe, visibilmente contrariata, a questo punto inizia il dottor Alter.

“ Visito solo una persona per volta, chi è l’interessato? ”  “ Lui, si ci è stato riferito, ma io volevo assistere per spiegare meglio. “ Risponde Vincenzina con voce arcigna.

“ Mi spiace” commenta Alter.  La signora si ritira con fare seccato. Salvatore si siede, è un uomo sui 60 anni, triste, spento, dimagrito e tirato in viso, appare sofferente.

“ Come va, lei è la tua compagna ? ” ll dottor Alter si rivolge a lui con un sorriso ed una voce dolce e cauta.

“ Si è mia moglie, dottore non va proprio bene, ho il morbo di Parkinson, tremo e non riesco bene a controllare i movimenti.” Risponde con tono sconfortato.

“ Da quanto tempo ti succede e cosa ti senti quando non riesci a controllarli ? ”

“ E’ iniziato da un anno, subito non ci badavo ma poi è peggiorato. Mi sembra di avere un senso di impotenza e di costrizione.” Il dottor Alter subito sorride poi scoppia in una risata che annichilisce Salvatore con il suo viso stupito.

“ Sei tu che vuoi controllare i movimenti o è lei che vuole controllare te ? Il problema è il rapporto con tua moglie, lei vuole dominare e la malattia segnala quanto vorresti uscire da questa situazione.”  Salvatore rimane impietrito, come colpito da una raffica dritta al cuore.

 “ Mi sento effettivamente un po’ oppresso da lei, non l’avevo mai considerato.“

“ Allora parlale e poi prenditi degli spazi solo tuoi, più riuscirai a farlo più inutile diventerà il problema del morbo di Parkinson che ti perseguita."

Ti prescrivo questo esercizio: appartati da solo, prendi una foto di tua moglie, guardala, cogli il sentimento che provi in quel momento e recitale questa frase per tre volte:

“ ti amo e ti accetto così come sei ma io mi prenderò i miei spazi.” Dopo che lo hai fatto per tre volte al giorno per sette giorni, diglielo di persona.

Se non ti senti di parlarle vai avanti con l’esercizio per un’altra settimana e poi parlale. E’ preferibile non dire nulla a tua moglie di questo, è meglio che rimanga tra noi, dille che dovrai fare degli esercizi ma non quali, ci rivediamo tra un mese. ”

 Salvatore era sempre più frastornato ma prendeva appunti come uno studente.

“ Grazie dottor Alter.”

foto da frasibelle.net